I SUOI MAESTRI, SIMEONE E SENSINI: A 15 anni finalmente Piatti arriva a La Plata, vicino alla tanto sognata Buenos Aires, ed è lì che maturerà definitivamente, cresciuto e guidato da due vecchie conoscenze del calcio italiano: Diego Simeone e Nestor Sensini. E’ proprio “el cholo” a farlo esordire il 18 Novembre del 2006 contro il Newell’s Old Boys. Il ‘pincha” è ancora in lotta con il Boca Juniors per vincere il Torneo Apertura 2006 e quando al 56esimo il “chiquitin” 17enne si alza dalla panchina biancorossa, il risultato è ancora fermo sull’1-1. Al terzo minuto di recupero, in pieno forcing, arriva l’agonico gol della vittoria: sul cross di Mariano Pavone sbuca proprio la cabeza del più piccolo in campo. Non male per chi è alto 163 cm segnare all’esordio e per di più di testa no? Quel campionato verrà vinto proprio dall’Estudiantes in un drammatico spareggio contro gli Xeneizes a cui Piatti non prende parte, ma un pezzettino di quello scudetto è anche suo. Il Clausura 2007 lo gioca da titolare: Simeone lo schiera largo a sinistra nel tridente d’attacco con Pavone e Calderon. Non è questo il suo ruolo preferito, ma il folletto di Cordoba riesce ugualmente a mettere a segno 4 reti in 12 presenze. Meritatissima arriva anche la convocazione nella nazionale Under 20 di Hugo Tocalli, che per tutto il mondiale canadese, vinto proprio dall’Argentina, lo utilizza come esterno sinistro di centrocampo, dietro ad Agüero, Di Maria e Mauro Zarate. La svolta tattica arriva nell’Apertura 2007: Simeone decide di schierarlo seconda punta nelle ultime cinque partite di campionato e viene ripagato come meglio non si può: Piatti gonfia la rete per ben quattro volte. Con l’arrivo di Sensini non ci sono variazioni tattiche e dunque “el plumero” continua a stupire con tre reti nelle prime quattro partite: è nata una stella.
UN PO’ MESSI E UN PO’ AGÜERO: L’impressionante somiglianza fisica con Leo Messi gli è valsa un altro soprannome: “el Messi de La Plata”. In realtà Piatti sul campo è più simile al suo grande amico Sergio Agüero che alla pulga del Barça: non ha infatti il “dribbling e freno” del rosarino, quanto piuttosto la notevole esplosività di gambe e il killer instinct sottoporta del 19enne dell’Atletico Madrid, a cui lo accomuna anche la capacità di offrire deliziosi assist ai compagni di squadra. Inizialmente utilizzato da Simeone come esterno offensivo, ha successivamente dimostrato di trovarsi più a suo agio come seconda punta: è sicuramente più un 9 che un 10. Il suo dribbling secco gli consente di saltare l’uomo con facilità, e la sua rapidità fa sì che una volta involato verso la porta sia quasi impossibile da raggiungere. Il potenziale ancora inespresso dal 18enne mancino è elevato a detta di Nestor Sensini: se riuscirà quindi a trovare quella tranquillità mentale che si acquisisce solo col tempo e ad assimilare sempre più le dinamiche di gioco, ci troveremo di fronte all’ennesimo fenomeno Made in Argentina. Le premesse ci sono tutte, anche perché Pablo è un ragazzo serio e intelligente, che si allena meticolosamente e pretende il massimo da sé stesso.
FUTURO BIANCONERO? Il futuro di Piatti è tracciato: prestissimo attraverserà l’Oceano per arrivare in Europa, la tratta inversa rispetto a quella che fecero i suoi bisnonni Pietro e Clara un secolo fa, quando da Bergamo si trasferirono in Argentina per cercare fortuna. L’obiettivo è quello di giocare in Italia, realizzando così il sogno di suo padre Jorge, venuto a mancare pochi mesi fa a soli 46 anni, dopo aver passato un periodo su una sedia a rotelle per un problema neurologico. L’interessamento più concreto per ora è stato quello della Juventus, sempre alla ricerca di un elemento che sappia dare rapidità alla manovra offensiva e che possa in futuro raccogliere l’eredità di Alessandro Del Piero. La destinazione è senza dubbio gradita al giocatore, come ribadito nella recente intervista concessa a Tuttosport. Certamente Pablo dovrà lavorare molto e superare la solita diffidenza che si nutre verso gli argentini, soprattutto se brevilinei, ma se il buongiorno si vede dal mattino siamo sicuri che ne vedremo delle belle.
CURIOSITA’: Il suo soprannome “el plumero” (il piumino), gli è stato attribuito dallo storico telecronista argentino Walter Nelson. Sembra avere un conto in sospeso con il Newell’s Old Boys: Pablo ha segnato 4 dei suoi 12 gol ai “rojinegros” di Rosario. Il suo idolo è Thierry Henry, a cui invidia l’eccellenza in tutti i fondamentali.

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